lunedì 9 aprile 2007

I DS ed il Partito Democratico. Quale identità?


Il più grande partito della sinistra riformista italiana ha i giorni contati. Con l'approvazione della mozione Fassino nei congressi di sezione con oltre il 75% dei voti, i Democratici di Sinistra hanno firmato per la loro dissoluzione, ed il conto alla rovescia per la nascita del Partito Democratico è cominciato.
Il processo sulla nascita di questa futura forza politica continua quotidianamente a tenere alta l'attenzione dei mezzi di informazione con continui interventi da parte non soltanto degli attori propriamente politici, ma anche da parte della società civile che tante speranze ha riposto nel nuovo soggetto politico e che più di tutti cerca di scrutare l'orizzonte al fine di meglio comprenderne la natura e la sua futura evoluzione, ad oggi alquanto enigmatica.
L'aspetto
che più suscita accesi dibattiti è il modus operandi relativo al processo di fusione tra i DS e la Margherita. Qualcuno l'ha definito un processo di “fusione fredda”. Nella cosiddetta società civile, composta da numerosi militanti, si avverte un certo qual senso di delusione, disorientamento, frustrazione in seguito alle prime avvisaglie. La speranza di veder nascere una grande forza politica riformista, espressione diretta delle prime esperienze dell'Ulivo, sta pian piano scomparendo dinanzi ad un approccio puramente politichese, lasciando il campo alla rassegnazione. Dove sono finite, ci si chiede, tutte le energie e le esperienze espresse dai movimenti popolari degli ultimi anni e che tanto avevano contribuito ad immaginare un modo diverso di partecipazione politica, ed alla speranza in un rapporto più limpido tra i rappresentanti del “palazzo” e noi comuni cittadini? Da nessuna parte, sembra essere la risposta. Niente sembra essere rimasto di quell'esperienza e niente, se non gli apparati dei partiti, che hanno sempre guardato con un certo fastidio alle manifestazioni di piazza al di fuori del loro controllo, sembra contribuire, almeno al momento, alla costruzione del PD. Mi propongo di ritornare in un futuro post sulla nascita del nuovo soggetto politico. L'aspetto che ora mi preme di più discutere, sperando nel contributo più ampio possibile, è un altro.
Da tempo, una domanda si ripresenta continuamente e non riesco a scacciarla, se non senza una sensazione di inadeguatezza. Per poter comprendere l'orientamento politico del futuro soggetto politico, è necessario che quello delle due forze costituenti sia ben chiaro e delineato. Ma ciò che continuo a chiedermi con insistenza è quale sia, ad oggi, l'identità politica dei Democratici di Sinistra. Quali battaglie sono state condotte che ci permettono di definire un orientamento politico piuttosto che un altro?
Io purtroppo una risposta non riesco a darla, se non constatando che da tempo i DS hanno deciso di non difendere più con forza e vigore, alzando la voce ogni qual volta lo ritengano necessario, tutta una serie di principi che hanno sempre fatto parte della loro cultura e che ora sembrano, per meri calcoli politici, lasciati cadere nel dimenticatoio. Si sono abbandonate tutta una serie di battaglie che ne hanno minato le basi, assottigliandone sempre più l'elettorato, che si è visto costretto a rivolgersi altrove al fine di vedere riconosciuti e protetti quelli che considera punti fermi delle proprie scelte politiche e che hanno sempre fatto parte dei principi fondanti di una vera forza riformista di sinistra.
Due esempi su tutti: gli scontri seguiti alla presentazione da parte del Governo del disegno di legge sui Dico, e le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni, in seguito alla proposta da parte di due società estere dell'acquisto del 66% delle azioni della compagnia Olimpia che controlla direttamente la Telecom Italia.
La presentazione del disegno di legge sul riconoscimento dei diritti dei conviventi da parte del Governo ha scatenato fortissimi contrasti all'interno della coalizione di centro-sinistra. Non è mia intenzione entrare nel merito di tale disegno di legge. Mi limito ad osservare come vi siano stati scontri anche violenti tra la sinistra radicale e l'ala cattolica della Margherita senza che non vi fosse alcuna presa di posizione forte da parte dei democratici di sinistra. A parte qualche esternazione della sinistra del partito, niente o poco è venuto dalla dirigenza. In maniera molto fiera si è riconosciuto l'importanza di aver trovato una sintesi tra le diverse anime della coalizione, cosa certamente buona e giusta; ma è troppo chiedere ai dirigenti quale sia la loro posizione e quale quella del partito. Ormai, la sintesi è stata trovata. Questo vuol dire che si è preso atto delle posizioni di tutti. Ma ciascun componente della coalizione, seppur ben accettando il compromesso, ha sempre tenuto a sottolineare la propria collocazione in merito, cercando di argomentarla per meglio difenderla dalle posizioni altrui. Ma da parte dei DS nessuna voce si è alzata per difendere una posizione piuttosto che un'altra. Sarà stato per spirito di coalizione? Per evitare che una volta tanto non vi fossero troppe voci a discettare su tutto e tutti? Strano che questo mirabile sforzo sia giunto proprio su un tema tanto importante e delicato che polarizza fortemente le coscienze e l'interesse dei cittadini, che si è ritrovato sotto un fuoco di fila impressionante da parte della Chiesa, e che costituisce una delle ragion d'essere di una forza riformista di sinistra. Io temo, molto più prosaicamente, che si sia scelto di non accentuare lo scontro per evitare un allontanamento di una fetta di elettori che potremmo definire eticamente moderati e che avrebbero potuto risentire di una posizione netta da parte della dirigenza. Certo, bisogna scegliere quali elettori non voler perdere.
Affare Telecom. Sono trascorsi oramai circa quattordici anni dalla discesa in campo di Berlusconi, e da allora, uno dei temi predominanti della diatriba politica è stato il conflitto di interessi incarnato dal leader dell'opposizione. Nonostante il tanto parlarne, ad oggi, niente si è mosso e né si prevede che qualcosa accada prossimamente. Per inciso, la mancata discussione di un disegno di legge che permetta di risolvere il problema costituisce un altro dei temi che potrebbero aiutare a capire l'identità dei DS; ma non voglio uscire fuori traccia, ed allora mi accontento di osservare quanto accaduto in questi ultimi giorni. Dopo discussioni infinite sul pericolo rappresentato dal dominio di Berlusconi in un ambito tanto delicato quale quello delle comunicazioni, da alti dirigenti del partito si è accennato alla possibilità che Berlusconi potrebbe anche fare un offerta e cercare di strappare dalle “grinfie straniere” il controllo della Telecom nel nome dell'italianità dell'azienda.
Innanzitutto, ciò non è attualmente consentito dalla legge Gasparri; poi, mi chiedo come sia possibile, dopo anni di battaglie, sia pure solo a parole e di principi, fare una piroetta su se stessi e riconoscere come valido interlocutore qualcuno che sino a poco fa costituiva un'anomalia ed un pericolo per il sistema radiotelevisivo e quindi per il corretto funzionamento della democrazia italiana.
Ora, se il buongiorno si vede dal mattino, non credo ci sia da stare tranquilli sul futuro partito democratico.
Come sarà possibile coniugare al suo interno il concetto di laicità dello stato se a tutt'oggi non si è capaci di esprimere una posizione unitaria e forte all'interno del partito? Come si riuscirà a confrontarsi con i teodem della Margherita che considerano la laicità dello stato come qualcosa su cui poter discutere e non un principio fondante di una moderna democrazia? Saremo, noi cittadini, costretti, ogni qual volta una tale discussione sarà aperta in seno alla futura dirigenza, ad accontentarci di compromessi al ribasso e che ci allontanano sempre più dagli altri Paesi europei?
Hanno ragione coloro che, con la costruzione del partito democratico, temono la scomparsa, caso unico in Europa, di un solido partito riformista di sinistra?
Io credo che una ragione fondamentale ci sia. Senza la creazione del futuro soggetto politico, sia la Margherita che i DS sono troppo deboli, da soli, per costruire intorno a loro un polo riformista autonomo. Quindi, la fusione dei due partiti è dettata a mio avviso da puri calcoli elettorali. Poiché la politica è fatta di numeri e per governare è necessaria la maggioranza, la suddetta ragione può essere più che sufficiente.
Si vorrebbe soltanto che fra le varie ragioni che di volta in volta sono addotte per giustificare la nascita del PD, venisse anch'essa elencata. Si risparmierebbe in tal modo di far apparire sempre le ragioni degli scettici come un puro tentativo di demonizzazione del futuro soggetto politico.

4 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

caro compagno, anche io come te sono molto preoccupato, ma per fortuna la sinistra ha sempre avuto il grande merito di sapersi separare e di assumere posizioni differenti. Il Partito Democratico nasce col pressupposto di unire tutta la sinistra e dovrà riuscirci. Se non lo farà sarà continuamente erogato alla sua sinistra dalla mozione Mussi e dai socialisti che saranno la spada di Damocle sulla futura dirigenza del PD.

14 aprile 2007 alle ore 20:42  
Blogger Raffaello ha detto...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

17 aprile 2007 alle ore 20:14  
Blogger Raffaello ha detto...

Caro jeremyspokin,

Non ho ben chiara la tua posizione. Non ho ben capito se da parte tua vi sia il desiderio di scissione da parte della sinistra dei DS, oppure no.
Vedere la nascita di un nuovo partito non mi riempie di gioia, soprattutto se, come sembra dalle affermazioni di Mussi, si cercherà di federarlo con le altre componenti della sinistra radicale.
Ho solo l'impressione che in questo modo si perderanno in un sol colpo tutti quei progressi che la sinistra aveva fatto in questi anni per diventare una responsabile forza di governo. Ed al momento, pensare che la forza che nascerà dalla scissione riesca a federare attorno ad essa le componenti riformiste, e sottolineo riformiste, della sinistra è audace, anche se sarebbe quantomeno auspicabile.

17 aprile 2007 alle ore 20:34  
Anonymous Anonimo ha detto...

This is great info to know.

12 novembre 2008 alle ore 04:26  

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